
Triste presagio di morte
Sulla scala, fra la croce e il nulla eterno,
sento un vuoto, un presagio,
è la morte che mi chiama.
Soffia il vento fra le cime,
scoppia un corpo in una bara,
rosa d'ossa dalla terra;
Tutto muta ad ogni istante.
E' la vita che si sfama
di carcasse, di vestiti
e lentamente ci divora.
Salgo piano dai gradini,
fra la ghiaia e terra smossa,
chiudo gli occhia a meditare
sulla fine che pervade.
Siamo morti già da tempo,
forse in piedi a decadere,
forse stesi a sbriciolare.
Apro gli occhi e guardo il cielo,
grido al nulla perché salvi
il mio nome, il mio pensiero.
Posto strano ed irreale,
corpi morti fra la morte,
non c'è nome, non c'è sorte
che pervada nella notte.
Scende il buio e me ne vado,
sono triste ed ho un presagio:
Quante volte potrò andare
al di là di quella croce?